Ottimo sesto posto nell’American Express.
Bene anche Pavan ad Abu Dhabi.
La notizia migliore che arriva dal primo weekend del 2022 nel quale si è giocato sia nel PGA Tour che nel DP World Tour, è quella del sesto posto ottenuto da Francesco Molinari nell’American Express, il torneo disputato sui tre splendidi percorsi di La Quinta, in California.
Il golfista torinese, ormai da alcuni anni residente negli USA, è stato in lizza per il successo fino a poche buche dal termine ma il bogey all’ultima buca, mentre gli altri pretendenti guadagnavano colpi, lo ha fatto scivolare un po’ indietro. In ogni caso la prestazione di Molinari, al suo rientro nelle gare dopo i malanni alla schiena e la pausa per le festività, è stata assolutamente di qualità in tutti i settori del gioco, putting compreso. Sembrerebbe che l’ultimo periodo, trascorso quasi nell’anonimato tra tagli mancati e piazzamenti di retroguardia, possa ormai far parte del passato.

Ritrovare un campione come l’eroe della Ryder Cup del 2018 al National di Parigi è fondamentale non solo per il golf azzurro ma anche per quello europeo che, dopo il disastro di Whistling Straits, ha bisogno di ancorarsi ad alcune certezze per risalire la china e Molinari può essere una di queste.
Per la cronaca la vittoria nell’American Express è andata allo statunitense Hudson Swafford che a tre buche dalla fine si è staccato dal gruppone di testa, del quale faceva parte anche Molinari, grazie a un eagle e a un birdie che gli hanno permesso di intascare un assegno di 1,3 milioni di dollari.
Oltre allo spettacolo offerto dai campioni in campo, tra i quali anche il numero uno del ranking mondiale Jon Rham apparso non propriamente a suo agio su quei green, c’è stato anche quello dello Stadium Course, lo straordinario percorso nato dalla fervida fantasia creativa di Pete Dye che ha ospitato il giro finale del torneo che prevedeva il taglio dopo 54 buche.
In contemporanea con l’American Express è ripreso anche il calendario del rinnovato DP World Tour, dopo la falsa partenza che ha visto annullati per Covid i primi tornei in programma in Sud Africa nello scorso dicembre.
Si è trattata di una ripartenza con il botto considerato il montepremi dell’Abu Dhabi HSBC Championship, 8 milioni di dollari, il primo torneo dei cinque che quest’anno fanno parte della Rolex Series europea. Il field dei concorrenti è stato di primo livello con la presenza di alcune star come l’americano Collin Morikawa, numero due al mondo, del finlandese ormai americanizzato Viktor Hovland, dei nord irlandesi Rory McIlroy e Shane Lowry e degli inglesi Tyrrel Hatton, Ian Poulter e Tommy Fleetwood, tutta gente che gioca quasi stabilmente nel PGA Tour. A vincere sullo Yas Links, l’impegnativo percorso disegnato da Kyle Phillips (cui si devono i due campi siciliani del Verdura Resort), è stato, però, il belga Thomas Pieters, il più bravo di tutti nel gestire il vento e le insidie dei green nei due giri finali.
Le stelle del torneo sono rimaste un po’ a guardare con Morikawa, finito subito nelle retrovie e incapace di risalire la china, e McIlroy che, dopo aver passato il taglio per il rotto della cuffia, ha recuperato diverse posizioni nelle ultime 36 buche senza impensierire, però, chi lottava per la vittoria. Ad Abu Dhabi era presente un buon gruppo di golfisti italiani, ma l’unica soddisfazione è arrivata da Andrea Pavan che, dopo l’annus horribilis del 2021, è tornato a ottimi livelli di rendimento piazzandosi in 25° posizione dopo essere stato a lungo vicino ai top 10. Tutti gli altri, da Guido Migliozzi a Francesco Laporta, da Edoardo Molinari a Nino Bertasio e Renato Paratore, sono usciti dopo i primi due giri con score piuttosto pesanti.

Il prossimo weekend sarà ancora all’insegna dello spettacolo sia di qua che di là dell’Atlantico con due tornei che mettono in palio ancora montepremi stellari come lo Slync.io Dubai Desert Classic, un altro Rolex Series che si giocherà sulle 18 buche del Golf Club Emirates di Dubai con una moneta complessiva di 8 milioni di dollari, e come il Farmer Insurance Open da 8,4 milioni di dollari che si giocherà a San Diego sul tracciato di Torrey Pines.
Montepremi così ricchi richiamano ovviamente i migliori giocatori del pianeta e l’elenco dei partecipanti a questi due tornei contiene il meglio del golf mondiale, equamente suddiviso tra DP World Tour e PGA Tour.
Negli USA Francesco Molinari cercherà di confermare l’ottima prova della scorsa settimana, mentre i portacolori azzurri presenti a Dubai, Pavan a parte, dovranno cercare un pronto riscatto dopo l’incolore partecipazione alla gara di Abu Dhabi. Non sarà, però, un’impresa semplice perché con tanti campioni in campo diventerà complicato trovare un posto tra i migliori. Resta il fatto, in ogni caso, che il 2022 del PGA Tour e del DP World Tour, uniti da un’alleanza ormai indispensabile, sembra essere partito con il piede giusto con tornei spettacolari e grandi campioni protagonisti. Non poteva esserci risposta migliore ai progetti del gruppo finanziato dai petroldollari arabi e guidato da Greg Norman che punta a rompere l’egemonia dei due storici circuiti professionistici nel governo del golf mondiale. Una guerra che si combatterà a suon di montepremi sempre più ricchi e con i giocatori che chiedono maggiore libertà per le loro scelte.               

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.