List vince negli USA, Hovland s’impone a Dubai
Il golf professionistico ha regalato un altro weekend agonistico di grande livello con due tornei pieni di campioni, di soldi e di emozioni.
Sia il Farmer Insurance Open del PGA Tour che lo Slync.io Dubai Desert Classic del DP World Tour, infatti, hanno deciso i loro vincitori solo dopo una buca di play off, a testimonianza del grande equilibrio che ha caratterizzato entrambe le gare.
A San Diego, in California, dove si è giocato su uno dei   percorsi americani più classici e conosciuti, quello di Torrey Pines, la vittoria nel Farmer Insurance Open è andata al trentottenne Luke List, al suo primo successo dopo tanti anni di onorata carriera sui circuiti professionistici statunitensi. List non era certamente tra i favoriti all’inizio dell’ultime 18 buche, ma con un fantastico giro finale in 66 colpi ha risalito molte posizioni fino ad arrivare in cima alla classifica a -15. Sembrava che la sua leadership potesse essere provvisoria in quanto tutti i migliori erano ancora in campo ed era quindi lecito aspettarsi che i giocatori al comando dopo le prime 54 buche potessero scavalcarlo. Invece, uno dopo l’altro, si sono sfilati dalle posizioni di vertice e davanti a tutti si sono ritrovati List e Zalatoris, che aveva iniziato il quarto giro al comando. Nella prima buca di play off List, che aveva finito il suo round già da un’ora e mezza, ha piazzato il colpo al green a un palmo dalla buca mentre Zalatoris è finito a oltre due metri.
Il putt mancato del rookie 2021 del PGA Tour ha aperto le porte al successo di Luke List che ha intascato il milione e mezzo più spiccioli che spettavano al vincitore.
Oltre a quello di Zalatoris, che ha avuto una grande chance di vittoria all’ultima buca regolamentare quando ha fallito un corto putt per il birdie, il ricco torneo americano ha lasciato un grande rammarico anche allo spagnolo Jon Rahm, giunto terzo ma con diverse occasioni gettate al vento per giocarsi almeno la possibilità di andare ai play off. Con questo piazzamento, però, Rahm ha consolidato la sua posizione di numero uno al mondo considerato che Collin Morikawa, il suo più immediato inseguitore, non ha brillato granché nel torneo del DP World Tour giocato a Dubai. Nel Farmer Insurance Open era in gara anche il nostro Francesco Molinari che aveva aperto il torneo con uno splendido -6 piazzandosi subito nelle parti nobili della classifica e in pratica assicurandosi il passaggio del taglio. Purtroppo nei giri successivi il golfista torinese ha perso lo smalto iniziale scivolando in classifica fino al 62° posto finale a -3.
Mentre il PGA Tour festeggiava il primo successo in carriera di Luke List, negli Emirati Arabi è andato in scena l’ultimo emozionante giro dello Slync.io Dubai Desert Classic con diversi pretendenti alla vittoria finale. Come sempre si sono rivelate decisive, nel bene e nel male, le ultime buche del Golf Club Emirates.
Nel bene per Viktor Hovland, che grazie all’eagle della 17 e al birdie della 18 ha raggiunto i primi a quota -12, lo stesso score ottenuto da Richard Bland, il golfista inglese che sulla soglia dei 50 anni sta ottenendo i migliori risultati in carriera.
Nel male per Rory McIlroy che, dopo un miracoloso par ottenuto alla 17, ha spedito in acqua il secondo colpo alla 18 perdendo, oltre alla pallina, anche la possibilità di andare allo spareggio. Un finale di gara che il golfista nordirlandese non deve aver digerito facilmente. Nel play off sulla 18 tra Hovland e Bland ha avuto la meglio il giovane norvegese che ha fatto registrare un birdie contro il par dell’avversario.
Con questa vittoria Hovland si è portato al terzo posto del ranking mondiale nel quale ha guadagnato posizioni anche McIlroy, nonostante continui a sprecare il suo talento infinito con errori banalissimi, adesso in sesta posizione. Avere tre golfisti europei nei primi sei del mondo sembra dare una buona prospettiva all’appuntamento di Ryder Cup del prossimo anno al Marco Simone. Dalle macerie lasciate dalla disfatta di settembre negli USA qualcosa di buono si sta intravedendo soprattutto in considerazione della giovane età di questi tre giocatori.
È ancora poco per ricostruire una squadra competitiva, ma la maturazione di elementi come Rahm e Hovland, il ritorno agli alti livelli di McIlroy, e la presenza di alcuni giocatori d’esperienza come Hatton, Rose e lo stesso Francesco Molinari, se ritrova il tocco di qualche anno fa, potrebbero alimentare buone speranze per l’Europa.
Un pensiero alla Ryder Cup dell’anno scorso lo aveva fatto anche il Guido Migliozzi, sicuramente tra i giovani più in vista dell’European Tour. Purtroppo da alcuni mesi il golfista vicentino non è più brillante come un anno fa. Anche a Dubai, come ad Abu Dhabi una settimana prima, Migliozzi non ha passato il taglio ed è retrocesso alla 96° posizione del ranking mondiale. Stessa sorte anche per Francesco Laporta, miglior giocatore italiano della passata stagione. Il tempo per riprendersi c’è tutto, ma la concorrenza è spietata. Chi invece sembra essersi ripreso molto bene è Andrea Pavan che dopo l’ottimo piazzamento ad Abu Dhabi si è ripetuto con un’altra prestazione di rilievo piazzandosi al 18° posto. Con questi due risultati in tornei molto ricchi Pavan ha guadagnato punti importanti per la sua classifica e soprattutto ha ritrovato fiducia nel proprio gioco.

A Dubai si sono comportati bene anche Edoardo Molinari, 26°, e Nino Bertasio, 30°. Adesso, mentre il PGA Tour prosegue il calendario con i suoi tornei milionari (questa settimana si gioca l’AT&T Peabble Beach Pro Am con un montepremi da 8,7 milioni di dollari) il DP World Tour torna nella sua normalità dopo i due eventi delle Rolex Series. In programma c’è il Ras al Khaiman Championship, sempre negli Emirati Arabi, con il montepremi che scende a 2 milioni di dollari e con il field che perde gran parte dei campioni in campo negli ultimi due tornei il quali se ne sono tornati in America.

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