A Whistling Straits va in scena la 43° sfida tra USA ed Europa
Dopo il rinvio dello scorso anno, causa Covid, da venerdì prossimo finalmente si gioca la 43° edizione della Ryder Cup, la sfida più importante del golf mondiale e tra gli eventi sportivi più seguiti del pianeta. 

Tutto è pronto sul percorso di Whistling Straits, nel Wisconsin, per accogliere le squadre di USA ed Europa, quest’ultima detentrice del trofeo grazie alla splendida vittoria ottenuta nel 2018 al Golf National di Parigi con Francesco Molinari autentico protagonista delle tre giornate di gara con il record di cinque vittorie in altrettanti incontri. Purtroppo quest’anno il campione torinese non ci sarà. Non è riuscito a conquistare la convocazione di diritto e il suo attuale stato di forma, ben lontano da quello di tre anni fa, non poteva certo assicurargli una delle tre scelte del capitano Harrington. Sulla carta, ma in una competizione come la Ryder Cup è un aspetto che conta fino a un certo punto, tutti i pronostici pendono dalla parte americana che schiera uno squadrone del quale fanno parte ben otto dei primi dieci giocatori del ranking mondiale.

 

Gli altri quattro, in ogni caso, sono tra i primi venti. Dal canto suo l’Europa può schierare il numero uno al mondo, Jon Rahm, ma, a parte Hovland, McIlroy e Hatton, tutti gli altri sono più indietro del giocatore americano peggio piazzato.
Ecco le formazioni delle due squadre con tra parentesi l’attuale posizione nel ranking mondiale: USA: Colin Morikawa (3), Dustin Johnson (2), Bryson DeChambeau (7), Brooks Koepka (10), Justin Thomas (6), Patrick Cantlay (4), Daniel Berger (16), Tony Finau (9), Harris English (11), Xander Schauffele (5), Scottie Scheffler (21), Jordan Spieth (13). Capitano: Steve Stricker. Vicecapitani: Fred Couples, Phil Mickelson, Jim Furyk, Zach Johnson, Davis Love III.
Europa: Paul Casey (24), Tommy Fleetwood (37), Matthew Fitzpatrick (27), Sergio Garcia (43), Tyrell Hatton (19), Victor Hovland (14), Shane Lowry (42), Ian Poulter (50), Bernd Wiesberger (63), Rory McIlroy (15), Lee Westwood (35), Jon Rahm (1). Capitano Padraigh Harrington. Vicecapitani: Luke Donald, Robert Karlson, Henrik Stenson, Martin Kaymer e Graem McDowell.
C’era molta attesa per la scelta delle tre wild card che spettavano al capitano europeo Harrington e alla fine l’irlandese ha optato per l’esperienza di Poulter (come si fa a non metterlo in una squadra di Ryder Cup dopo quello che ha fatto nel passato?) e di Garcia (recordman di punti fatti in Ryder Cup) ai quali ha aggiunto la brillantezza di Lowry, irlandese come Harrington. Basterà per riuscire nell’impresa di difendere il trofeo?
Tutti gli addetti ai lavori sono concordi nel dire che a Whistling Straits solo gli americani possono perdere questa sfida, tanto è evidente la loro superiorità tecnica oltretutto accresciuta dal fatto di giocare in casa con i tifosi a stelle e strisce pronti a fare il solito baccano.
La squadra USA vuole a tutti i costi la vittoria considerato che nelle ultime nove edizioni giocate dal 2002 al 2018 ci sono stati ben sette successi dell’Europa e solo due degli americani che nel passato hanno vinto spesso questa sfida come dice il bilancio degli incontri: 26 successi USA contro i 14 dell’Europa cui si aggiungono due incontri finiti in parità.
La storia di questo confronto inizia nel 1926 quando un ricco imprenditore inglese, Samuel Ryder, ebbe l’idea di organizzare una sfida tra i migliori golfisti professionisti della Gran Bretagna e degli USA. La prima edizioni andò in scena l’anno successivo al Worcester Country Club, nel Massachusets, con 4 foursomes e 8 singoli. Vinsero gli americani 9,5 a 2,5 inaugurando una serie di successi che durò fino al 1957 quando a Lindrick, in Inghilterra, ci fu la prima vittoria della squadra britannica.
La superiorità statunitense riprese nelle edizioni successive ed era talmente netta da togliere interesse alla competizione. Apparve evidente che fosse necessario cambiare qualcosa è l’idea giusta arrivò nella seconda metà degli anni ’70 quando si decise di allargare la selezione della squadra britannica anche ai giocatori europei. Inoltre venne cambiato anche il format della sfida che è quello attuale con 28 punti in palio con 8 incontri di foursomes, 8 incontri di 4 palle e 12 singoli.
Su questi cambiamenti non fu indifferente il parere di Jack Nicklaus, allora il miglior golfista del mondo e forse di sempre. Così nel 1979 si giocò la Ryder Cup come la conosciamo oggi, ma la prima vittoria europea arrivò solo nel 1985, sempre in Inghilterra, a Belfry.
Con il nuovo format la sfida divenne decisamente più competitiva e quindi più attraente per sponsor e media tanto da diventare tra i primi tre o quattro eventi sportivi più seguiti al mondo.
Sarà così anche quest’anno con i biglietti esauriti da tempo e decine di milioni di telespettatori pronti a godersi lo spettacolo.
Il percorso scelto per questa edizione è uno dei più campi più belli d’America e dalle caratteristiche decisamente particolari. Whistling Straits è stato inaugurato nel 1998, ma la sua realizzazione è stata piuttosto complicata. Quella dove adesso si trova un tracciato pieno di saliscendi che si affaccia sulla riva orientale del Lago Michigan prima era una landa piatta che ospitava un vecchio aeroporto abbandonato. Il miliardario e visionario Herbert V.
Kohler Jr decise di costruirci sopra un campo da golf unico nel suo genere e per farlo chiamò il solo architetto che a quell’epoca potesse trasformare in realtà il suo sogno, Pete Dye, cui furono affidati oltre 200 ettari di terreno e un budget senza limiti. Non sempre Kohler e Dye si trovarono d’accordo sulle cose da fare e più di una volta l’eccentrico architetto americano venne licenziato, salvo poi essere richiamato.
Milioni e milioni di metri cubi d terreno e rifiuti urbani furono trasportati nell’area per creare quello che adesso è Whistling Straits, dove niente è naturale e tutto è artificiale.
A un certo punto le spese per la realizzazione del campo sono andate fuori controllo tanto da far dire a Kohler: “Ho dato a Dye un budget illimitato e lui lo ha superato”.
Il risultato finale, però, è di quelli che tolgono il fiato con 18 buche sensazionali gran parte delle quali in riva al Lago Michigan. Per la Ryder Cup il campo sarà un par 71 lungo oltre 6.700 metri e se ci sarà il vento a spazzare il percorso, tutto diventerà più complicato aumentando le speranze europee di mantenere il trofeo.

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