Scheffler vince il Masters, ma la star è sempre Tiger
E adesso chi lo ferma più? Vincendo il Masters numero 86 Scottie Scheffler non solo ha messo in bacheca il suo primo Major della carriera ma ha anche ottenuto il suo quarto successo negli ultimi sei tornei disputati rafforzando la sua prima posizione nel ranking mondiale.

Un exploit che non ha molti precedenti anche perché le vittorie di questo venticinquenne texano sono tutte “pesanti” in termini di valore tecnico e di moneta. Aggiudicandosi in poco più di due mesi il WM Open, l’Arnold Palmer Invitational, il WGC Dell Technologies e il Masters, Scheffler ha incrementato il suo conto in banca di quasi 8,5 milioni di dollari per i soli premi, lasciando da parte i bonus degli sponsor e altri benefit.
Buon torneo per Woods che cede nel weekend
All’Augusta National, però, il clamore e l’attenzione dei media e del pubblico non è stata per il tranquillo e posato ragazzone di Dallas, autentico dominatore del torneo. Tutti i riflettori erano puntati su Tiger Woods che a poche ore dal via ha sciolto gli ultimi dubbi sulla sua partecipazione decidendo per il grande rientro nel Major che ama di più.
Rivedere Tiger in campo poco più di un anno dopo il disastroso incidente d’auto dal quale è uscito con la gamba destra mezza distrutta, è stata la notizia della settimana, probabilmente più ancora della vittoria di Scheffler. Sul piano tecnico, tenuto conto delle sue attuali condizioni fisiche, Tiger Woods ha disputato un buon torneo passando agevolmente il taglio cedendo poi nei due giri finali a causa della stanchezza e dei troppi problemi con il putter.
Ai suoi fans, però, è bastato vederlo nuovamente in azione in una grande competizione, tanto che qualcuno in USA si è chiesto se sia stato giusto che stampa e TV si occupassero quasi esclusivamente solo di Tiger trascurando tutti gli altri campioni in campo all’Augusta National. In particolare ha fatto discutere la scelta di mandare in onda le immagini di Woods che mangia un sandwich tra una buca e l’altra piuttosto che seguire gli altri giocatori impegnati sul campo. Purtroppo il golf mondiale non ha ancora trovato un nuovo Tiger Woods e allora si aggrappa disperatamente ancora a quello vecchio, anche se ha quarantasei anni, zoppica leggermente e a volte gli servono quattro putt per chiudere la buca.
Tutte cose che sembrano non contare per i milioni di aficionados del più famoso campione del golf moderno. Bisogna anche sottolineare che il richiamo esercitato dalla presenza di Tiger Woods al Masters, che ha fatto schizzare alle stelle le audience televisive, ha sicuramente messo in secondo piano il fatto che il torneo non abbia regalato grandi emozioni nella lotta per il successo finale.
Scheffler è passato nettamente al comando già dopo le prime 36 buche e non ha più mollato la presa sulla testa della classifica tenendo gli avversari a debita distanza. Cameron Smith, l’unico che poteva impensierirlo all’inizio delle 18 buche finali, ha tentato di dargli fastidio con un buon avvio nell’ultimo giro che gli ha permesso di ridurre lo svantaggio. Quando, però, l’australiano ha spedito in acqua il tee shot al par tre della 12 è stato chiaro per tutti che era già cominciato con largo anticipo il “camino real” di Scheffler che si è presentato sul battitore dell’ultima buca con 5 colpi di vantaggio. Un margine talmente ampio che ha accettato con un sorriso i quattro putter con i quali ha confezionato il più bel doppio bogey della sua ancora breve carriera andando a vincere la giacca verde alla sua prima apparizione al Masters.
Dicono che Scheffler, schivo e poco propenso al ruolo di star, non sia un grande personaggio e non comunica gran chè. In un mondo dove ormai l’immagine conta più della sostanza questo aspetto del carattere sembra essere diventato quasi un difetto, dimenticando che uno sportivo professionista di alto livello prima di tutto deve far parlare i risultati. Se poi sa parlare anche davanti a un microfono o sa usare i social con dimestichezza tanto meglio, ma non dovrebbe essere la cosa più importante.
Alle spalle dell’imprendibile Scheffler si è piazzato Rory McIlroy protagonista di uno strepitoso 64 finale sul quale ha messo la ciliegina di un birdie alla 18 con una stratosferica uscita dal bunker. Purtroppo i primi tre giri del nord irlandese erano stati piuttosto anonimi ed era finito lontano dalla testa della classifica. Il gran ritorno di domenica pomeriggio è servito solo a recuperare molte posizioni ma non certo a preoccupare il vincitore. Ancora una volta McIlroy ha dato il meglio di sé quando il meglio ormai non serviva più confermando come questo rappresenti il limite maggiore del golfista britannico. Se il talento smisurato McIlroy fosse accompagnato da una maggiore regolarità il suo palmares sarebbe decisamente più ricco.
In ogni caso l’Augusta National, oltre a presentarsi nelle sue abituali condizioni spettacolari per manutenzione e varietà di colori, è stato il solito campo molto selettivo con soli otto giocatori in grado di chiudere il torneo con uno score sotto par. Molti nomi illustri hanno disputato un Masters sotto tono e parecchi altri non sono nemmeno riusciti a passare il taglio caduto a +4. Tra questi ci sono stati anche Francesco Molinari e Guido Migliozzi, i nostri due portacolori. Si sapeva che il loro stato di forma non era dei migliori e la durezza del percorso ha messo a nudo i problemi dei due golfisti italiani entrambi finiti a +8 dopo le prime 36 buche.     
        

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.