Più l’onda è alta e la difficoltà si palesa, più l’intrepido sente l’adrenalina crescere.
È così che sull’onda nasce il frangente, con l’onda che rompendosi per effetto del vento, della corrente contraria o dei bassi fondali, piega in avanti la cresta rompendosi e spumeggiando!
E così in un periodo in cui tutto è complicato il carattere di Fede si è espresso!
Già perché da due anni cercava di cavalcarne una, di onda, quella bella che ti fa credere di aver trovata la giusta, quella che ti da’ soddisfazione ed ora eccola, per provare agli amici la sua passione ed allora la notizia: la potrete trovare in via Panfido Castaldi, 4 a Milano, è il Ristorante Frangente di Federico Sisti!
Fluttuare contro i frangenti della vita, di questo Covid 19 con un piccolo, ma unito team, è per ora l’inizio visto che a Milano non si può aprire, ma solo fare delivery, è un altra sfida che Sisti prende per resistere allo tsunami.
«Non è il miglior momento per aprire, ma quando abbiamo deciso di metterci in gioco non era ancora arrivata la pandemia in Italia. Poi è scoppiato tutto, abbiamo procrastinato in attesa del momento giusto, ma alla fine abbiamo pensato che non era giusto attendere ulteriormente. Non era giusto nei nostri confronti, che abbiamo investito tempo, energie e denaro, e soprattutto non era giusto nei confronti di quei clienti che nell’ultimo anno hanno continuato a scrivermi e a farmi sentire la loro vicinanza. Quindi dateci un “in bocca al lupo”»
Quarantenne, romagnolo di Riccione, si era parecchio parlato di lui, della sua creatività, del suo trascorso dal Ronchettino, insegna della periferia sud cittadina. Si era formato con decenni d’esperienza al fianco di Giovanni Ciresa al Bauer di Venezia, Gaetano Trovato nel Senese di Arnolfo e Stefano Ciotti, ai tempi in cui stava al Vicolo Santa Lucia di Cattolica. Ora eccolo nel suo sogno tanto agognato, 40 coperti, un inizio in sordina con il delivery e una pur piccola, ma tutta ben studiata, cucina a vista!
«Il mio sogno era di avere un ristorante mio per ricreare la mia casa. Ero in balia della corrente e da buon surfista aspettavo che arrivasse una bella onda da poter cavalcare»
Ora eccolo dunque anche padrone del suo destino con un’avventura che lo vede socio con l’imprenditore Josef Khattabi e altri, ma con due cuochi amici Gabriele Bonvissuto (già sous chef al Ronchettino) e Alessandro Donadello.
Locale tutto in profondità, il Frangente, ma giusto per accogliere gli amici e farli sentire come a casa, lui nel crearlo ha messo molto della sua terra come metterà nel piatto. C’è tutto, dal color sabbia della spiaggia, al blu intenso dell’Adriatico, al tocco, entrando, di un rigato che ricorda le sdraio, poi ai quadri, pochi, ma significativi.
Ha dato molta attenzione ai particolari e alla cucina.
«È tutto su misura e funzionale, e nonostante il poco spazio siamo addirittura riusciti a farci stare un bell’appoggio di marmo per la pasticceria e la pasta fresca».