Per la prima volta la Green Jacket veste un giapponese.
Hideki Matsuyama è il primo giapponese nella storia del golf maschile a imporsi in un major. Lo ha fatto con 278 (69 71 65 73, -10) colpi nell’85° Masters Tournament, sul percorso dell’Augusta National GC, ad Augusta in Georgia, dopo un giro finale avvincente, stracolmo di colpi di scena forse anche inattesi, perché dopo tre turni la sua vittoria sembrava praticamente scontata. E invece le ultime buche stavano per trasformarsi in un incubo, ma evidentemente era scritto che fosse il turno di un giapponese a indossare la ‘giacca verde’. Incubo vero, invece, per Francesco Molinari, che dopo essersi portato al 21° posto, è letteralmente crollato sotto il peso di un 81 (+9, sette bogey e un doppio bogey) precipitando al 52° con 297 (74 73 69 81, +9), con due soli atleti alle spalle.
Hideki Matsuyama, 29enne nato nella città termale che porta il suo stesso nome di Matsuyama (la montagna del pino), nella prefettura di Ehime, ha sofferto parecchio sulle ultime buche, specie quando alla 15ª, dopo un bogey, si è trovato Xander Schauffele a due colpi. Il 27enne di San Diego, smanioso di infilarsi nella corsia di sorpasso, è uscito però fuori strada mandando la pallina in acqua alla buca 16, prologo di un triplo bogey, l’unico nelle 1.042 buche che ha giocato nei major, dove ha una condotta sicuramente invidiabile e chissà che non sia foriera di un successo nel prossimo futuro. Infatti ne ha disputati solo 16, ma in otto si è classificato tra i top ten (sei volte tra i top 5). L’inatteso bagno ha significato il terzo posto (281,-7), mentre Matsuyama ha infilato il secondo bogey di fila che comunque avrebbe dovuto tranquillizzarlo. Invece in quel momento Will Zalatoris, assoluta sorpresa dell’evento, finiva la sua splendida corsa con un “meno 9” (279 colpi) che lo collocava al secondo posto e per il giapponese, che sicuramente sbandava, poteva anche prefigurarsi un playoff. Sulla buca 17, però, un gran drive e un perfetto secondo colpo a un paio di metri dall’asta gli regalavano il par della tranquillità, perché sapeva che alla 18 gli sarebbe bastato il bogey, che non era poi così difficile. E bogey è stato, il terzo in quattro buche, roba insolita per un vincitore.

Seconda posizione, come detto, per Will Zalatoris, debuttante nell’evento, ottenuto con pieno merito e in una stagione da rookie, come Special Temporary Member, in cui nei 15 tornei disputati ha siglato sei top ten, compreso un sesto posto nell’US Open. A dare più tono alla sua prestazione il fatto che sia stato l’unico ad effettuare quattro round sotto par. Xander Schauffele ha condiviso la terza piazza con Jordan Spieth, tornato al successo la settimana precedente nel Valero Texas Open, dopo quasi quattro anni di attesa e che continua a proporsi con continuità quale protagonista come testimoniano sei piazzamenti tra i primi dieci nelle ultime otto apparizioni. È la quinta volta che termina tra i primi tre in otto Masters ed è divenuto l’unico giocatore nella storia della gara a segnare quattro birdie nella stessa edizione sulla buca 10.

Non hanno reso come nelle attese Collin Morikawa, 18° con 287 (-1), e Justin Thomas, 21° con 288 (par), insieme a Phil Mickelson, che con un successo sarebbe divenuto numero uno al mondo. Mai in partita Bryson DeChambeau, 46° con 293 (+5), e stesso score per Tommy Fleetwood, che si è fatto notare per una delle due “hole in one” (buca 16, par 3 di 170 yards, ferro 9, primo giro). L’altra è stata opera di Corey Conners nel terzo (buca 6, par 3 di 182 yards, ferro 8). In totale sono 33 gli ace in 85 edizioni della manifestazione. Da dimenticare le prove di Dustin Johnson, numero uno mondiale e campione uscente, Brooks Koepka, Sergio Garcia e Rory McIlroy, tutti fuori al taglio.

Vedere il gioco in questo splendido giardino fiorito di azalee e rododendri è un piacere specie se il gioco è bello e si palesa l’ètichetta di questo sport e allora ci si compiace di vedere il saluto al pubblico di Shota Hayafujii il kaddy del vincitore.

Una settimana in chiave nipponica ad Augusta, perché qualche giorno prima la dilettante Tsubasa Kajitani si era imposta nell’Augusta National Women’s Amateur, il cosiddetto “Masters Rosa”, mentre tra le proettes le nipponiche hanno colpito due volte nei major con Chako Higuchi nel LPGA Championship del 1977 e con Hinako Shibuno nel Women’s British Open del 2019.

 

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