L’americana Nelly Korda vince l’oro tra le donne

La medaglia d’oro del torneo di golf femminile alle Olimpiadi di Tokyo 2020 non poteva che finire appesa al collo di Nelly Korda, numero uno del ranking mondiale e grande favorita della gara olimpica. La giovane golfista americana ha bissato il successo del suo connazionale Xander Schauffele tra gli uomini confermando la supremazia USA nel golf mondiale.

Nelly, 23 anni, è figlia di Petr e Regina Korda, due ex tennisti professionisti della Repubblica Ceca (Petr è stato anche numero due al mondo) che dal 2008 sono diventati cittadini americani. Dopo aver inizialmente calcato le orme tennistiche paterne e materne Nelly, assieme alla sorella Jessica di tre anni più anziana e anche lei presente a Tokyo dove si è piazzata al 15° posto, si è dedicata al golf e, visti i risultati, si può dire che la scelta sia stata più che azzeccata.

La stirpe dei Korda, però, non ha abbandonato del tutto il tennis in quanto Sebastian, il più giovane dei tre fratelli Korda, gioca nel Tour professionistico cercando di ripetere i successi del padre.

Sul percorso del Kasumigaseki Country Club Nelly Korda ha preso il comando dopo il secondo giro mantenendo sempre la testa del torneo rintuzzando il recupero della giapponese Mone Inami e della neozelandese Lydia Ko che nelle 18 buche finali si sono portate a un solo colpo dalla vincitrice. Per decidere a chi assegnare le medaglie d’argento e di bronzo è stato necessario uno spareggio che ha visto prevalere la giapponese.

Purtroppo le Olimpiadi del golf non hanno portato grandi soddisfazioni alle due atlete italiane in gara, Giulia Molinaro e Lucrezia Colombotto Rosso. Entrambe hanno disputato un torneo abbastanza incolore, sempre nelle posizioni di retrovia con la Molinaro a chiudere in 46° posizione e la Colombotto Rosso classificata penultima. Un po’ meglio avevano fatto gli uomini una settimana prima, ma il 27° posto di Renato Paratore, chiamato in fretta e furia a sostituire Francesco Molinari che aveva dichiarato forfait a pochi giorni dall’inizio dei giochi olimpici, non può essere certo considerato un risultato in linea con le attese della vigilia. In ogni caso vale la pena di sottolineare le dichiarazioni dei due neo campioni olimpici che hanno entrambi rimarcato il valore sportivo e morale del loro successo ribadendo la particolarità della partecipazione alle Olimpiadi.

Un messaggio nemmeno troppo nascosto a tutti i loro colleghi e colleghe che hanno rinunciato ad essere presenti a Tokyo per concentrarsi sui più remunerativi tornei del Tour.

È auspicabile che a Parigi 2024 non si debbano registrare situazioni del genere, magari mettendo un po’ d’ordine nei calendari dei circuiti professionistici. Negli USA qualcuno ha fatto notare che il format usato alle Olimpiadi (72 buche medal con 60 giocatori in campo senza taglio) forse non appare il più adatto per un evento del genere in quanto troppo simile ai tantissimi tornei che già ci sono in calendario. Probabilmente, dicono, una gara match-play, prevedendo sia una classifica individuale che una per nazioni sulla falsariga della Ryder Cup, potrebbe risultare più interessante soprattutto dal punto di vista mediatico. Non è un’idea da scartare. Anche se siamo solamente a metà agosto negli USA la stagione è ormai agli sgoccioli con la FedeEx ormai in dirittura d’arrivo con gli ultimi due appuntamenti in calendario nelle prossime settimane. Nel WGC FedeEx St. Jude Invitational giocato nello scorso weekend c’è stata la vittoria del messicano Abraham Ancer, al suo primo successo nel PGA Tour, dopo un play off a tre con il Master Champion Hydeki Matsuyama e Sam Burns.

Nel più modesto, in termini di montepremi (1,25 milioni di euro contro i quasi 9 milioni del torneo americano) Hero Open dell’European Tour giocato in Scozia si è imposto Grant Forrest, un golfista di casa, mentre il migliore degli azzurri è stato ancora Renato Paratore con il suo 56° posto.

Tra qualche settimana il golf italiano vivrà il suo appuntamento più importante della stagione con lo svolgimento del DS Automobiles Italian Open in calendario dal 2 al 5 settembre sul percorso del Golf Club Marco Simone, totalmente rinnovato in vista della Ryder Cup del 2023.

Riusciranno i nostri campioni, soprattutto Guido Migliozzi e Francesco Molinari, a ritrovare la migliore condizione ed essere tra i protagonisti del torneo? È quello che ci auguriamo tutti anche perché il DS Automobiles Italian Open sarà una delle ultime prove valide per conquistarsi un posto nella squadra europea di Ryder Cup che a fine settembre sfiderà gli USA. Migliozzi è ben piazzato nella graduatoria che assegna il posto di diritto, mentre una bella prestazione di Molinari potrebbe rilanciare le sue chanches per ricevere una wild card tenuto conto dell’impresa che lo vide protagonista al National di Parigi nella Ryder Cup del 2018.

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