Ce ne parla Roberta Garibaldi con una sua ricerca e, durante la Borsa Internazionale del Turismo a Milano dal 9/11 febbraio si potrà approfondire.

Quando ormai si parla di turismo la leva maggiore per attirare stranieri e italiani è senza dubbio l’enogastronomia, diventata un faro per la scelta di lunghi viaggi, piccoli weekend o semplicemente una serata.

L’edizione 2020 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, a cura di Roberta Garibaldi sotto l’egida della World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, offre un quadro completo e rigoroso di un settore del turismo che negli ultimi anni evidenzia un continuo trend di crescita. Ben 735 pagine di dati e analisi per delineare sia l’offerta del “sistema Italia”, comparato a livello europeo e nazionale, sia il profilo del turista internazionale di Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Messico e Cina.

Con l’enogastronomia i turisti si possono dividere in due grandi gruppi. Circa il 50% sono “onnivori”: durante il viaggio desiderano vivere un insieme variegato di esperienze arricchenti e l’enogastronomia, già di per sé multisensoriale, emozionale e culturale, soddisfa al meglio i loro bisogni. Alle esperienze enogastronomiche si abbinano con maggiore probabilità rispetto ai turisti generalisti anche altre attività, ad esempio lo shopping (indicato dall’85% contro il 68% dei turisti generalisti) o i festival musicali (66% vs 45%). Il turista infatti ricerca proposte integrate che abbinano una varietà di esperienze con attività culturali e ludiche, ma inserisce sempre il tema enogastronomico.

Nei due volumi di Roberta Garibaldi, i turisti internazionali di tutte le nazionalità mappate si definiscono prevalentemente “eclettici” nella scelta delle esperienze, solo per i francesi prevale il tema dell’autentico, del locale e del gourmet.

I “food truck” – cibo di strada – sono tra le esperienze più vissute e più ricercate sul web), i ristoranti, i bar storici e le dimore storiche sede di aziende di produzione agroalimentare, le visite ai produttori extra vino, e infine i corsi di cucina.

Come elemento vincente c’è la pizza che emerge come prodotto trainante per il nostro Paese, e facendo tesoro anche del riconoscimento UNESCO dovrebbe diventare un asset su cui puntare in modo più forte per il turismo: pensiamo ad un museo dedicato o ad esperienze diversificate. Le cantine interessano sempre, ma deve essere modificata l’offerta anche guardando quello che fanno altri paesi.

Nella considerazione vengono analizzati gli ultimi tre anni e ne esce che nel confronto con i maggiori competitor europei, emerge un quadro positivo, con il Belpaese ai vertici in sette degli indicatori considerati: produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, imprese di ristorazione, musei del gusto, birrifici e Città Creative UNESCO legate all’enogastronomia.

E in specifica ne risultano note importanti il cibo e il vino che maggiormente caratterizza lo stivale. Il gorgonzola e la pizza sono i prodotti italiani ad Indicazione Geografica più ricercati sul web tra il 2017 e il 2019. Tra i trend topic di Internet tra Novembre 2019 e Gennaio 2020 per gli utenti di Stati Uniti, Cina, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito figurano prodotti e piatti tipici, tra i quali spiccano, oltre alla pizza, gli arancini, l’ossobuco, il Parmigiano Reggiano e il Pecorino romano; tra le produzioni vitivinicole “Sparkling wine”, i vini dell’Alto Adige e il Chianti (dati Semrush).

Cosa proporre quindi per aumentare il flusso turistico tenendo conto di tutte queste importanti ricerche?

La ricerca – spiega Roberta Garibaldi – è il frutto di un lungo lavoro che incrocia offerta e domanda per dare agli operatori e ai professionisti del turismo enogastronomico uno strumento strategico di business, poiché consente di muoversi proattivamente conoscendo le caratteristiche dei visitatori”.

Quindi l’obiettivo è di promuovere un sistema integrato turismo-agricoltura e supportare lo sviluppo di progetti di valorizzazione del territorio. Con Made4Italy spiega Massimo Costantino Macchitella, Head of Small Business & Financing Products UniCredit, si mette a disposizione, oltre alla sua esperienza e tutto il suo know-how, anche 5 miliardi di euro di finanziamenti per le PMI italiane nel triennio 2019-2021 per favorire l’imprenditorialità e rafforzare le identità regionali tipiche.

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