Il giovane danese conquista il suo primo successo nell’European Tour.
Il ventenne danese Nicolai Hojgaard ha vinto la 78° edizione del DS Automobiles Open d’Italia. È la sua prima vittoria nell’European Tour e la curiosità maggiore è che arriva appena una settimana dopo il successo del gemello Rasmus nell’Omega European Masters di Crans Montana. Nicolai era stato tra gli ultimi giocatori ad essere ammesso al field del torneo. D’altro canto la sua posizione nel ranking mondiale, 394° posto, non gli consentiva di avere la qualificazione automatica e c’è stato bisogno di qualche rinuncia per aprire le porte alla sua partecipazione.
Il giovanissimo danese ha sfruttato come meglio non poteva l’occasione portandosi a casa i 485 mila euro della prima moneta. Nicolai ha costruito il suo successo nei primi tre giri, soprattutto con il 65 del sabato, mentre nelle 18 buche finali ha segnato un po’ il passo consegnando uno score in par del campo, sufficiente, però, per mantenere il colpo di vantaggio che aveva all’inizio del giro. Per sua fortuna gli avversari non gli hanno fato troppo fastidio a cominciare da Tommy Fleetwood, il nome più illustre della parte alta del leaderboard, che ha sbagliato troppo nell’ultimo giro, mentre il recupero del polacco Adrian Meronk che ha fatto un ottimo 66 nel round finale, non è stato sufficiente.
Tra gli italiani in gara i più attesi erano sicuramente Guido Migliozzi e Francesco Molinari ma il loro torneo, pur avendo passato il taglio, è stato piuttosto anonimo con un giro finale da dimenticare che ha ridotto al lumicino la speranza di trovare un posto nella squadra europea di Ryder Cup per il vicentino mentre Molinari si è chiamato fuori da solo con una onesta ammissione di non essere in condizione.
A salvare l’onore del golf azzurro ci hanno pensato un ottimo Francesco Laporta, quarto a due colpi dal vincitore, e un rinato Edoardo Molinari, quinto con un bel -10. Tutto il resto del folto gruppo italiano presente al DS Automobiles Italian Open, invece, non si è qualificato per il weekend.
Se i golfisti nostrani non sono stati tra i protagonisti del torneo, almeno non secondo le aspettative, sicuramente lo sono state le nuovissime 18 buche del Marco Simone, tirate a lucido per il primo vero banco di prova di alto livello. Il responso non può che essere positivo sia per la qualità tecnica del percorso che per il colpo d’occhio scenografico che ha saputo offrire. In particolare sono stati i green, veloci e tutt’altro che semplici, a ricevere l’unanime apprezzamento dei giocatori.
La “giovinezza” del campo (è stato aperto solo pochi mesi fa dopo un imponente lavoro di completo restyling) fa sperare che le sue caratteristiche possano solo migliorare con il tempo e presentarsi nelle migliori condizioni all’appuntamento con la Ryder Cup del 2023, senza dimenticare che al Marco Simone si giocheranno i prossimi Italian Open.
Come spesso ormai accade nei tornei dell’European Tour non sono stati molti i grandi nomi presenti al Marco Simone e alcuni di loro, vedi Matt Fitzpatrick, Martyn Kaymer e Luke Donald, non hanno nemmeno passato il taglio, mentre Henrick Stenson, quindicesimo in classifica, tutto sommato ha mostrato di essere in leggera ripresa. Senza i grandi campioni è difficile creare interesse ed è il problema principale dell’European Tour che, anno dopo anno, ha visto i suoi pezzi pregiati emigrare nel PGA Tour attirati da montepremi stellari.
Proprio nelle stesse giornate in cui si è giocato il DS Automobiles Italian Open, negli USA si è disputato il Tour Champion, la gara che concludeva la FedEx Cup.
Ha vinto Patrick Cantlay, che la settimana prima si era imposto nel BMW Championship, incassando la mostruosa cifra di 15 milioni di dollari destinata al vincitore della FedEx Cup.
Qualcuno ha fatto i conti in tasca a Cantlay ed è venuto fuori che nel 2021 ha incrementato il suo conto in banca di oltre 22 milioni di dollari di soli premi, senza contare i contratti degli sponsor. Con queste cifre in ballo è abbastanza normale che i golfisti più bravi del mondo si trovino tutti nel PGA Tour lasciando le briciole agli altri circuiti. Questa situazione, tra l’altro, potrebbe anche cambiare se dovesse prendere sempre più corpo l’ipotesi del World Golf Tour, un circuito riservato ai grandi campioni con montepremi da oltre 10 milioni di dollari a gara più un bonus finale.
Per il momento se ne sente solo parlare e gli stessi giocatori interessati non sembrano disposti ad abbandonare i rispettivi circuiti e a non giocare più i Majors. Rimane il fatto, in ogni caso, che l’European Tour, senza i propri migliori golfisti, stia perdendo appeal mediatico e la costante riduzione dei montepremi unita alla necessità di andare in giro per il mondo per trovare nuove risorse economiche ne sono la testimonianza. Proprio questa settimana il maggiore circuito golfistico europeo mette in scena il suo evento più importante nel continente, Open Championship a parte, vale a dire il BMW PGA Championship di Wentworth al quale parteciperanno alcuni degli europei che giocano negli USA, ma non Jon Rahm, Sergio Garcia, Paul Casey e Rory McIlroy giusto per citare qualcuno tra sicuri e probabili selezionati per la squadra di Ryder Cup che verrà annunciata dal capitano Padraigh Harrington dopo questa gara. Il golf italiano sarà rappresentato a Wentworth da una pattuglia piuttosto numerosa con Francesco Molinari, Guido Migliozzi, Renato Paratore, Francesco Laporta, Andrea Pavan, Edoardo Molinari, Lorenzo Gagli e Nino Bertasio. 

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