Il “vecchietto” Mickelson trionfa                               al PGA Championship
L’eterno ragazzone americano di San Diego si è messo alle spalle tutta la meglio gioventù golfistica del pianeta ed ha vinto il PGA Championship diventando, con i suoi quasi 51 anni, il più anziano vincitore di un Major. Un’impresa che nessuno si aspettava, soprattutto dopo l’invito “alla carriera” ottenuto da Mickelson qualche settimana fa per partecipare al prossimo US Open visto che in quel momento il più famoso golfista mancino del mondo non faceva parte dei qualificati di diritto al Major americano. Insomma una sorta di partecipazione “ad honorem” che gli organizzatori gli avevano riservato convinti che ormai fosse diventato una vecchia gloria o poco più.

Invece “il vecchietto” ha dimostrato che non è ancora giunto il momento di mandarlo in pensione giocando 4 giri da campione, domando quella brutta bestia del Kiawah Island Ocean, un percorso che si è confermato durissimo (solo una quindicina di giocatori sono riusciti a stare sotto par alla fine delle quattro giornate) mandando in frantumi le ambizioni di molti pretendenti alla vittoria, primo tra tutti il numero uno al mondo, Dustin Johnson, che non è nemmeno riuscito a passare il taglio.
Purtroppo il PGA Championship non ha visto in gara nessun italiano perché Francesco Molinari ha dovuto arrendersi poco prima del via a causa di un fastidioso mal di schiena. Una stagione davvero piena di problemi quella che sta attraversando il miglior golfista azzurro di sempre e che si spera possa rimettersi in sesto prima dei prossimi due Majors, l’US Open e The Open.
Quando sul green della 18 dell’ultimo giro Phil Mickelson ha imbucato il corto putt che gli ha dato la certezza della vittoria tutto il pubblico di Kiawah Island Ocean era attorno a lui, come lo erano i milioni di appassionati americani che amano questo giocatore come nessun altro. Tiger Woods è sicuramente il golfista più conosciuto e famoso del mondo, ma se negli USA parliamo di affetto e simpatia nei confronti di un campione, nessuno può competere con “Lefty” che incarna alla perfezione il prototipo di sportivo a stelle e strisce: mai una polemica, niente dichiarazioni fuori posto, una bella e solida famiglia che lo supporta, sempre disponibile con i fans e soprattutto uno stile di gioco avventuroso nel quale il rischio vale sempre la pena di essere corso.
Per tutto questo la vittoria di Mickelson al PGA Championship ha fatto felice l’America del golf. Sin dalle prime battute del torneo “Lefty” si è stabilito nei piani alti della classifica tanto da affrontare l’ultimo giro al comando del leaderboard. I pretendenti alla vittoria erano in diversi con molti giocatori raccolti in pochi colpi. Uno alla volta, però, si sono sfilati pagando pegno all’asprezza e alle difficoltà disseminate da Pete Dye sulle 18 buche del Kiawah Island Course.
Compreso anche il nutrito gruppetto di giocatori sudafricani che a un certo punto del torneo si è trovato nelle prime posizioni del leaderboard, ma a resistere è stato solo Louis Oosthuizen, arrivato secondo. Così, nonostante il 73 finale, Phil Mickelson ha colto un successo davvero inatteso costruito, però, con una prestazione maiuscola facendo intendere che è ancora presto per relegarlo nel Champions Tour, il circuito degli over 50 americano.
Se il cinquantenne vincitore ha regalato un’immensa gioia ai suoi sostenitori, molta delusione, invece, c’è stata per altri protagonisti che si erano presentati al via con credenziali di tutto rispetto. Detto di Dustin Johnson, non hanno fatto molto meglio altri big, primo tra tutti il nordirlandese Rory McIlroy, che a malapena ha passato il taglio ed è stato protagonista di un torneo incolore. E anche gli altri europei non hanno eccessivamente brillato visto che tra i giocatori che hanno finito il torneo sotto par ce ne sono solo cinque del Vecchio Continente, peraltro mai in lizza per i primi posti.
Non è bel segnale in vista della Ryder Cup considerato che il migliore degli europei è stato Padraig Harrington, capitano della squadra europea nella prossima sfida e quasi coetaneo di Mickelson. Ha fatto un ottimo torneo, invece, Brooks Koepka che ha dimostrato di essere tornato in gran forma dopo il riposo forzato dovuto a un intervento al ginocchio.
L’atletico golfista USA è stato il più acerrimo rivale di Mickelson, ma l’occasione era troppo ghiotta perché Lefty se la lasciasse sfuggire e così è stato offrendo lo spunto per una storia perfettamente americana con la vittoria, nonostante l’età non più verde, di un campione che tutti amano. Per la rivincita dei delusi del PGA Championship non ci sarà da attender molto perché tra meno di un mese da Torrey Pines andrà in scena l’US Open, il terzo Major dell’anno. 
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